Quando si parla di digiuno intermittente si parla generalmente di un regime alimentare e non una dieta vera e propria. Nello specifico, si tratta di una routine in cui si alternano periodi di nutrimento e periodi di digiuno. In termini pratici, esistono modi differenti per praticare questo tipo di regime e variano in base alle esigenze e agli obiettivi individuali.
Le tipologie di digiuno intermittente
Il metodo più diffuso è sicuramente il regime 16/8 in cui è previsto un digiuno di 16 ore, seguito da una finestra temporale dedicata al cibo di 8 ore. Con questo metodo, molti tendono a distribuire la finestra alimentare tra pomeriggio e sera, in modo da saltare la colazione e da non mangiare dopo la cena. Un altro metodo di digiuno intermittente è quello Eat-Stop-Eat: questo prevede un digiuno pari a 24 ore, da praticare una volta alla settimana. In aggiunta, esiste anche il metodo del digiuno a giorni alterni in cui si digiuna un giorno si ed uno no. Infine, questo tipo di regime si può praticare anche attraverso il warrior intermittent fasting: si mangia solo un pasto al giorno, seguendo lo schema di digiuno di 20/4 (20 ore di digiuno, 4 ore al giorno per mangiare).
Quale metodo scegliere? Quali sono i vantaggi?
La prima regola è che non esistono regole fisse: l’importante è mangiare in modo corretto nelle finestre alimentari e, soprattutto, adattare il regime alimentare alle proprie abitudini di vita in modo da non patire questo tipo di routine. In ogni caso, indipendentemente dal metodo prescelto, conviene ridurre nel complesso gli zuccheri, inserire più cibi salutari e evitare spuntini nelle fasi di digiuno. Inoltre, quale che sia la routine alimentare scelta, ricordate che tutte garantiscono molti benefici sull’organismo.
Dopo la prima fase, in cui il corpo si abitua, infatti, iniziano ad intervenire dei meccanismi salutari per l’organismo. Per esempio, calano i livelli di insulina in modo da permettere al corpo di accedere al grasso corporeo immagazzinato e per sopravvivere. Inoltre, le cellule si riparano attraverso l’autofagia, con cui le cellule rimuovono le cosiddette proteine cattive. Non solo, il digiuno intermittente fa sì che l’ormone della crescita migliori, in modo da garantire una perdita di grasso e un guadagno muscolare. Nel complesso, questa routine permette di perdere peso, di diminuire la fame, di velocizzare il metabolismo e di ridurre, se non eliminare, la dipendenza dagli zuccheri.
Considerazioni importanti
Il digiuno intermittente, seppur connesso a numerosi benefici, potrebbe portare alcuni effetti collaterali. Nella fase iniziale, il primo che si registra è un aumento della fame e del senso di debolezza. Questi disagi, però, sono temporanei e solitamente spariscono nell’arco di pochi giorni, dopo che l’organismo si è abituato a questo regime alimentare. Per questo è importante scegliere la routine più adatta alle esigenze del proprio corpo. Inoltre, bisogna sapere che in generale, questo metodo non è adatto a tutti: in particolare, è sconsigliato a coloro che soffrono di diabete, hanno problemi con la regolazione della glicemia, hanno pressione sanguigna bassa, sono sottopeso, sono in gravidanza o assumono farmaci per particolari patologie.
Sembra scontato, ma forse è sempre bene precisare che questo tipo di regime non è assolutamente adatto a bambini o adolescenti, che hanno bisogno di tutte le forze necessarie per crescere ed affrontare le loro giornate. Inoltre, è importante spendere una parola anche su coloro che soffrono di disturbi alimentari o hanno trascorsi ad essi connessi. Questo approccio alimentare, infatti, potrebbe portare individui più sensibili al tema ad abbuffarsi nelle finestre alimentari oppure, sulla sponda opposta, a digiunare eccessivamente. L’effetto, sarebbe senz’altro quello di acuire disagi alimentare o farli insorgere nuovamente. Dunque, il consiglio più importante è quello di rivolgersi al proprio medico prima di scegliere una routine di digiuno intermittente, in modo da ascoltare nel modo corretto le esigenze del proprio corpo e della propria mente.