Sovrappeso e intolleranze alimentari: la salute nel cibo

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Non di raro, anche semplicemente chiacchierando con una amica, si sarà sentita la frase “ogni volta che mi concedo latte e biscotti, mi sento gonfia”, oppure “ogni volta che mangio la pizza, mi ritrovo il giorno dopo con un kg in più sulla bilancia!”.

Spesso, si cerca di fornire una risposta su due piedi, attribuendo queste sensazioni di malessere ad un periodo momentaneo, sottovalutando la possibilità che dietro a questi sintomi possa esserci qualcosa di più serio, come ad esempio le intolleranze alimentari.
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Cosa sono le intolleranze alimentari?

L’intolleranza alimentare è definita come una condizione in cui una persona non riesce a digerire alcuni alimenti e prova disturbi gastrointestinali nel momento in cui assume tali alimenti. L’intolleranza si verifica quando il sistema digestivo non può abbattere determinati ingredienti del cibo. Questa è una condizione che riguarda principalmente il sistema digestivo e raramente può essere considerata come pericolosa.

Quasi tutti gli alimenti possono essere fonte di una intolleranza, anche se ne esistono alcune che possono verificarsi in modo più aggressivo rispetto ad altre. Ad esempio, l’intolleranza al lattosio è una condizione in cui una persona non può digerire lo zucchero presente nei latticini, e questa è una delle problematiche più comuni.

Una sensibilità forte alle sostanze chimiche alimentari presenti in natura può causare sintomi di intolleranza e queste sostanze includono: salicilati, conservanti naturali presenti in una ampia varietà di frutta, noci e spezie. Oppure, le ammine, prodotto durante la fermentazione e la maturazione; negli alimenti proteici, invece, si trova solitamente il glutammato, a cui si può sviluppare una intolleranza.

Tra le più comuni, può esserci una reazione che si verifica con la proteina del grano ed altri cereali, chiamati glutine.

Esiste un rapporto tra intolleranze alimentari e peso?

La frase “siamo quello che mangiamo”, non è del tutto errata, dato che i cibi che scegliamo, il modo in cui decidiamo di cucinarli o vengono cucinati, hanno un impatto non indifferente su di noi. Le intolleranze alimentari, rappresentano un vero e proprio exploit, che si manifesta con sintomi non gravi ma sicuramente molto fastidiosi e la maggior parte delle volte si ritiene vengano associati ad una condizione fisica di sovrappeso.

Si parla, quindi, di vere e proprie pseudo-allergie alimentari che molto spesso sono diagnosticate come legate agli additivi aggiunti agli alimenti. Inoltre, la forte sensazione di fastidio riesce a persistere anche per diverse ore, addirittura giorni.

I disturbi, compreso l’aumento di peso, molte volte tendono a peggiorare man mano che si persiste con l’assunzione di tali cibi.

L’associazione delle intolleranze agli aumenti di peso

Diversi studi hanno dimostrato, comunque, che non esista una vera relazione indissolubile tra intolleranze e sovrappeso e che la seconda rappresenti il risultato di uno stile di vita sregolato.

I dietisti dell’AMDID (Associazione Nazionale Dietisti), hanno affermato che le intolleranze “reali” siano pochissime e che siano responsabili dei disturbi gastrointestinali.

A dimostrazione, è stato redatto il documento “allergie, intolleranze alimentazione e terapia nutrizionale dell’obesità delle malattie metaboliche”, in cui si afferma che allergie alimentari e intolleranze non causino obesità o sovrappeso.

Questo significa che tutte le diete che seguono una ipotesi di intolleranza, senza supporto scientifico, non sono realmente utili per raggiungere l’obiettivo.

Come combattere allora il sovrappeso?

Il trattamento del sovrappeso deve essere eseguito da professionisti, in grado di realizzare un percorso che non faccia ricorso a prodotti miracolosi.

È importante seguire un regime dietetico sano, abbinato ad uno stile di vita orientato al benessere. È importante praticare regolarmente attività fisica, sotto il parere medico. In questo modo, si lavorerà affinché la condizione di sovrappeso non sfoci in obesità.