In che modo la salute umana viene condizionata dal microbiota

9556 microbiota batteri 735x400 - In che modo la salute umana viene condizionata dal microbiota

Con le nuove conoscenze che provengono dai settori della metagenomica, della nutrigenomica e della nutrigenetica, è possibile mettere a punto interventi specifici di nutrizione personalizzata che tengano conto delle caratteristiche del microbiota del soggetto coinvolto. Ne abbiamo discusso con il dottor Eugenio Ruggeri, esperto nutrizionista di Ancona.

Qual è il ruolo del microbiota nelle patologie?

Tanti studiosi si sono concentrati sul ruolo del microbiota nello sviluppo delle patologie, anche per capire in che modo intervenire sia con finalità curative che con finalità preventive. Va detto, però, che per il momento le conoscenze in questo campo sono ancora modeste, a dispetto della presenza di diverse ricerche che hanno verificato le conseguenze negative o positive innescate da particolari microrganismi. Nel caso in cui il microbiota intestinale dovesse essere arricchito da batteri buoni al posto di quelli cattivi, in teoria si potrebbe favorire uno stato di salute buono. Il problema è che non c’è un microbiota che vada bene per chiunque, visto che un ruolo determinante è svolto dai geni che incidono sulle caratteristiche soggettive?

Cosa si sa, invece, dei prebiotici?

I prebiotici sono quelle sostanze che favoriscono lo sviluppo dei batteri buoni, tra i quali l’inulina. Le ricerche effettuate in questo settore hanno messo in evidenza che la risposta è soggettiva e varia in funzione di come il microbiota intestinale è composto. Di certo quella dei probiotici (non prebiotici) è un’industria che sta ottenendo un grande successo in questo momento. Il problema è che allo stato attuale i dati relativi all’efficacia dei probiotici in presenza di malattie sono poco consistenti tra di loro, il che vuol dire che non si ha a che fare con un intervento che possa essere generalizzato. Insomma, è alquanto difficile riuscire a modificare il microbiota andando a intervenire sull’alimentazione.

Cosa fanno di preciso i batteri intestinali?

Essi tra l’altro producono gli acidi grassi a catena corta, tra i quali l’acido butirrico, il cui compito è quello di proteggere l’intestino dalle infiammazioni, mantenerlo in salute e prevenire la comparsa di tumori. Un’altra funzione svolta dal microbiota è quella di mantenere il sistema immunitario in allenamento. Non è tutto: quando il microbiota presenta un alto contenuto di batteri in grado di digerire i flavonoidi presenti negli ortaggi e nella frutta e di fermentali, viene favorita la sintesi di sostanze che possono proteggere la salute del cuore.

Ci sono altre evidenze a proposito del microbiota intestinale?

È stato scoperto che gli alimenti con un alto contenuto di acidi grassi e i cibi che forniscono numerose calorie favoriscono la moltiplicazione di ceppi di batteri che possono essere responsabili di infiammazioni. Il microbiota intestinale, inoltre, produce alcune sostanze che hanno un ruolo nell’aumento ponderale e nella regolazione della sensazione di fame. Un regime alimentare a basso contenuto di fibra determina l’incremento della popolazione dei Firmicutes e la contemporanea riduzione di quelli dei Bacterioides: ebbene, varie ricerche fanno intuire che la relazione tra i Firmicutes e i Bacterioides sia decisiva per l’obesità. In linea di massima, è auspicabile la presenza di un gran numero di ceppi microbici differenti, e quindi una elevata diversità del microbiota.

Insomma, ci sono batteri che fanno bene al nostro organismo.

Il microbiota intestinale non è altro che l’insieme dei microrganismi che vivono all’interno dell’apparato digerente del corpo umano. Ebbene, esso accoglie diversi ceppi batterici a cui spettano funzioni benefiche per l’organismo. Per esempio i ceppi indigeni fanno sì che l’intestino non possa essere colonizzato da nuovi microbi, e quindi neppure dai microbi patogeni. Ci sono dei batteri, invece, che sono in grado di digerire delle molecole complesse in modo da generare nuove molecole che il corpo può usare. Infine non vanno dimenticati i batteri capaci di sintetizzare la vitamina K o altre preziose sostanze.

In conclusione, cosa possiamo dire ai nostri lettori? Ci sono segnali positivi in questo ambito?

Fino a questo momento abbiamo capito che ci sono diversi ceppi batterici del microbiota che sono deputati allo svolgimento di azioni che hanno un effetto benefico per l’organismo. Tuttavia, ad ora è ancora difficile, se non addirittura impossibile, riuscire a plasmare la flora intestinale limitandosi a intervenire sui cibi con cui ci si nutre giorno dopo giorno.