Abbiamo sentito, in questi anni, parlare molto della vitamina B12 e dei rischi legati alla sua non assunzione. Soprattutto se ne è parlato in merito a chi non mangia gli alimenti che la contengono, con particolare riferimento alle diete vegane.
Considerato l’effetto essenziale sul nostro organismo, eventuali carenze di questo particolare tipo di vitamina possono portare ad anemie ed altri disturbi. Ma perché? Cos’è la vitamina B12? A cosa serve? Scopriamolo insieme e cerchiamo di fare chiarezza su quali fonti ne contengono maggiormente!
Come viene utilizzata dall’organismo la B12
Innanzitutto, quando parliamo di vitamina B12, stiamo parlando non di una sola sostanza, ma di un gruppo, accomunati dal contenere cobalto. In particolare quella che noi chiamiamo comunemente “B12” ha in realtà un nome molto più complicato ed appartiene insieme ad altre sostanze ad un insieme di elementi detti “balamine”.
Il nome reale della B12 è “cianocobalamina“, o cobalamina, la forma di B12 che assumiamo con farmaci e integratori alimentari. Tuttavia, potrebbe risultare difficile pensare che una sostanza i cui residui sono cianuro e cobalto, faccia effettivamente bene al nostro corpo. Invece la B12 è essenziale, permettendo la sintesi del DNA, il metabolismo degli acidi grassi e la sintesi degli aminoacidi. Inoltre, è la colonna portante del sistema nervoso e della produzione di globuli rossi nel midollo osseo. Come si può facilmente intuire, questa vitamina svolge un ruolo davvero importante nel corretto funzionamento del nostro organismo, ed eventuali carenze portano a problemi piuttosto importanti.
Approfondiamo quelli più comuni.
Cosa comporta la non assunzione di B12
Risultando fondamentale nello sviluppo di globuli rossi nel midollo osseo, una carenza eccessiva di B12 può portare facilmente ad una malattia nota come Anemia perniciosa, la cui sintomatologia è specifica e i possibili danni all’organismo sono ingenti.
Per evitare di sviluppare questa forma anemica, il cui sintomo più evidente è la cute detta “itterica”, ovvero dal colore giallastro, è necessario che la vitamina B12 sia presente nella sintesi delle mucose intestinali, in una quantità decisamente variabile.Se non trattata per lungo tempo, ovvero per più di tre o quattro anni, è facile riscontrare sintomatologie come gastrite autoimmune e compromettere seriamente la mucosa gastrica. Appare dunque indispensabile l’effetto della vitamina B12 sulla preservazione di un metabolismo sano.
Quali alimenti contengono maggiormente la vitamina B12
Durante l’introduzione dell’articolo, abbiamo menzionato come i soggetti più a rischio di carenze vitaminiche siano gli individui che seguono una dieta rigorosamente vegana. Dal momento che la vitamina B12 è prodotta unicamente dai batteri, negli alimenti questa si riscontra soprattutto nelle sostanze di origine animale (latte, uova, carne) e integratori. Una dieta vegana, per questo motivo, necessita di integratori ottenuti dalla coltivazione di batteri e funghi da cui viene estratta la B12.
Un luogo comune è che solo i prodotti animali contengano la B12, ma è una semplice conseguenza del fatto che molti esseri viventi si nutrono di piante, radici e bacche con cui poi sintetizzano la vitamina. Ad onor del vero, la carenza di vitamina B12 è un problema davvero facile da risolvere. Avendo lunghi tempi di “esaurimento” ed essendo idrosolubile e concentrata nel fegato, i problemi cominciano a presentarsi dopo 3-4 anni di non assunzione.
In conclusione, eventuali carenze di B12 possono essere risolte con una dieta equilibrata, comprendente uova o latte, oppure attraverso l’assunzione di compresse settimanali per l’integrazione della sostanza. L’importante, come sempre, è non trascurare mai la propria salute fino al momento in cui i problemi più grandi vengono a galla.