Tutto sul Melograno, dai benefici agli effetti collaterali

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Frutto tipico della stagione autunnale, il melograno – anche se sarebbe più appropriato chiamarla melagrana – è un cibo che presenta un elevato contenuto di vitamina A e di vitamina C, oltre a essere ricco di antiossidanti non vitaminici, di sali minerali, di fruttosio e di fibre. Negli ultimi tempi si è diffusa la credenza che si tratti di un frutto anti-cancro e i consumi di questo frutto sono esplosi, come anche la sua coltivazione. Bisogna intendersi su che cosa si intenda dire utilizzando questo attributo: di certo il melograno non è un prodotto che impedisce di ammalarsi di cancro, e non esiste nessun altro alimento che sia in grado di farlo. Al massimo potrebbe ridurre le probabilità che ciò succeda, ma anche da questo punto di vista la realtà è un po’ diversa.

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Il melograno aiuta a non ammalarsi di cancro?

L’azione anti cancerogena del melograno dovrebbe dipendere dall’acido ellagico, una sostanza che in teoria dovrebbe contrastare il processo di distruzione di un potente anti oncogeno, la proteina tumorale 53, che ha la funzione di soppressore anti tumorale. Questa proteina ha la capacità di eliminare le nascenti cellule tumorali, e il melograno attraverso l’acido ellagico che contiene dovrebbe ostacolare la sua distruzione. Varie ricerche recenti, tuttavia, hanno messo in dubbio tale effetto. Questo non vuol dire, comunque, che il melograno non faccia bene all’organismo, per esempio dal punto di vista della lotta allo stress ossidativo, da cui dipende l’invecchiamento delle cellule e che è coinvolto nell’oncogenesi.

Il melograno è tossico?

Può sembrare un paradosso, ma il melograno – pur essendo un alimento benefico – non è sempre innocuo: si può rivelare pericoloso, infatti, nel caso in cui si verifichi una eccessiva somministrazione dei principi attivi che vengono ricavati dalla corteccia. I casi di intossicazione da melograno si riconoscono per effetti collaterali come la difficoltà a respirare, le vertigini, la cefalea e la sonnolenza, che sono tutte conseguenze di un abuso di estratto di corteccia di melograno.

Le proprietà del melograno

Detto delle proprietà anti ossidanti, che derivano dalla presenza della vitamina C e di un gran numero di polifenoli, il melograno ha molti altri effetti benefici: i suoi semi, in particolare, hanno blande virtù diuretiche, mentre i flavonoidi in teoria dovrebbero garantire capacità anti allergiche, oltre a favorire la protezione delle stomaco e dei vasi sanguigni. Alla scorza del frutto vanno attribuite proprietà aromatiche, e non è un caso che l’intenso aroma che proviene dalle bucce venga utilizzato sia per la preparazione di aperitivi che per la realizzazione di liquori. Pare, inoltre, che il melograno sia in grado di rinfrescare le gengive: nello specifico, con i petali dei fiori è possibile preparare un infuso che permette di rinfrescare tutto il cavo orale.

Perché mangiare il melograno fa bene

L’estratto di melograno potrebbe avere un effetto gastroprotettivo per i danni causati dall’etanolo, mentre l’olio che si ottiene dai semi sembra essere capace di mantenere l’ossidazione lipidica; lo stesso dicasi per il succo, che ha anche proprietà anti ossidanti. La corteccia contiene, invece, una molecola alcaloidica che si chiama pellettierina e che ha un effetto anti elmintico e vermifugo: in altri termini paralizza la tenia. Per contrastare la diarrea, invece, si raccomanda di impiegare la polvere che si ricava dalla scorza del frutto lasciata a essiccare, che ha un contenuto elevato di tannini e che si può impiegare sotto forma di decotto. Nei fiori, nella corteccia e nell’esocarpo la quantità di tannini è pari a circa il 28 per cento: essi, tra l’altro, si dimostrano preziosi in presenza di emorragie intestinali e vaginali.

Il melograno nel regime alimentare

Non ci sono controindicazioni per il consumo di melograno da parte di persone che godono di un buono stato di salute. Solo nelle diete finalizzate a contrastare l’obesità è opportuno limitare la sua assunzione, vista la presenza di fruttosio; per lo stesso motivo, un eccesso di melograno potrebbe non essere positivo per le persone che hanno il diabete mellito tipo 2. Si può mangiare il melograno, invece, per migliorare la colesterolemia.

I celiaci possono mangiare il melograno?

Che si soffra di celiachia o di intolleranza all’istamina, il melograno può essere mangiato senza problemi, e lo stesso discorso vale per le intolleranze al lattosio. Il frutto è ricco di fibre, e quindi è un ottimo alleato per la cura e la prevenzione della stipsi. Per di più, migliora il senso di pienezza dello stomaco e riduce l’assorbimento dei grassi, modulando l’assorbimento intestinale e rallentando la captazione degli zuccheri. La prevenzione della stipsi non è finalizzata solo a un miglior benessere quotidiano, ma riduce il rischio di diverticolite e diverticolosi, oltre che di ragadi anali ed emorroidi.

I pregi del melograno

Il melograno è una fonte più che discreta di potassio, un minerale che contribuisce a regolare la pressione del sangue e che è coinvolto nell’eccitabilità muscolare. Coloro che perdono tanti liquidi, per esempio a causa dell’attività fisica, dovrebbero mangiare melograno in quantità notevoli, ma lo stesso vale anche per le persone anziane, che sono esposte al rischio di disidratazione. L’acido ascorbico contenuto nel frutto è un ottimo anti ossidante, mentre la vitamina C è indispensabile per sintetizzare il collagene e ha un ruolo importante sul piano delle difese immunitarie. Non va sottovalutato il compito della provitamina A, precursore del retinolo essenziale per la riproduzione e per la funzione visiva.

Come è fatto il melograno

Gli arilli di melograno garantiscono un apporto massimo di 60 calorie ogni 100 grammi di prodotto; non apportano colesterolo ma fitosteroli. Non c’è istamina, non c’è glutine e non c’è lattosio, e l’80 per cento del peso è costituito da acqua. Gli zuccheri sono presenti per il 13 per cento, le proteine per l’1 per cento, le fibre per il 4 per cento e i lipidi al massimo per l’1 per cento. Il valore biologico delle proteine è basso, mentre per quel che riguarda i lipidi gli acidi grassi insaturi sono più di quelli saturi. Al potassio si è già fatto cenno, con un contenuto di 250 milligrammi ogni 100 grammi, mentre tra gli altri minerali contenuti meritano di essere menzionati soprattutto il fosforo, il sodio e il magnesio. Il ferro, d’altra parte, sarebbe presente in quantità buone, ma purtroppo non è molto biodisponibile.